Coloro che sono colpiti da un fulmine spesso sviluppano le Figure di Lichtenberg, il cui nome deriva proprio da Georg Christoph Lichtenberg, studioso tedesco che si occupò di elettricità e fece molti esperimenti in merito. Queste linee non sono altro che una sorta di disegni che vengono creati da una scarica elettrica all’interno o sulla superficie di un materiale isolante. Questa specie di tatuaggi ramificati sono un chiaro esempio di figure frattali. Queste sono foto di tavolette di MDF di cui mi sono servito e con un trasformatore di corrente da 2 Kv al secondario ho creato queste figure.
Figure di Lichtemberg o Fiori di Fulmine
- 2012 - TEMPESTA SOLARE - La NASA smentisce (1)
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- AUMENTO DELLA RISONANZA SCHUMAN - Falso (1)
- EFFETTO CERENKOV - Fenomeni Luminosi di origine naturale (1)
- Figure di Lichtenberg o Fiori di Fulmine (1)
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- FULMINI E FULMINI GLOBULARI - possibile spiegazione di alcuni fenomeni di avvistamento UFO (1)
- Fusione Fredda ? (1)
- INVERSIONE DEI CAMPI MAGNETICI - Una falsa profezia (1)
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- NIBIRU -La Bufala - (1)
- ORBS – Le fantasie e le bufale dei soliti noti (1)
- SCIE CHIMICHE - un po di chiarezza (1)
- SCIE CHIMICHE E CONTROLLO CLIMATICO - un po di chiarezza (1)
- Sfera Ascoli Piceno - Bufala (1)
- SFERE DI HESSDALEN - Possibile spiegazione del fenomeno UFO (2)
- Spettro Solare (1)
- UFO O LANTERNE CINESI ? (1)
- Ufo nell'Arte - BUFALA (1)
- UFO O PALLONCINI - Le Flottillas messicane - (1)
- UFO O PIATTAFORME PETROLIFERE IN MESSICO ? (1)
- UFO SUL POLLINO - un falso video da me realizzato (1)
- UFO SULLA LUNA - un falso di mia produzione (1)
venerdì 20 gennaio 2017
Un angolo di mondo a 720 e 950 nanometri, l'infraross o: i limiti dei sensi - il mondo dell'invisibile.
"Se le porte della percezione venissero sgombrate, tutto apparirebbe all'uomo come in effetti è, l'infinito" (W. Blake) Vediamo entro una certa gamma di onde luminose, tra i 400 e i 700 nanometri. Ma quando si fotografa con un filtro a infrarossi, (uso un filtro che blocca le onde luminose visibili), è possibile guardare tra i 700 e i 1000 nm e ciò che si vede sembra qualcosa di onirico, un mondo diverso, a volte fiabesco a volte cupo e ostile. Paesaggi surreali al limite del fantastico, scenari apocalittici, mondi alieni.
mercoledì 11 gennaio 2012
Filmato di una sfera di luce che altro non è che il riflesso dei fari sulle lenti
http://www.youtube.com/watch?v=UGUUDJoZppI
Video sfera Ascoli Piceno
http://www.youtube.com/watch?v=UGUUDJoZppI
Questo filmato si commenta da se, ....la presunta bolla o sfera di luce altro non è che il riflesso dei fari delle auto sia in entrata che in uscita che colpendo con un angolazione particolare la serie di lenti dell'obiettivo della telecamera, provoca quel riflesso lenticolare in movimento che qui si vede e che è direttamente proporzionale al movimento delle auto ...Osservate bene, ciò avviene solo e soltanto quando c'è un movimento di luci di automobili in movimento. E' chiaro e lampante quanto ci sia da parte di qualcuno il cercare di associare un fenomeno di semplici riflessi luminosi a misteri insondabili o addirittura come in questo caso a fenomeni alieni o presunte entità.. Questo filmato oltretutto è stato fatto di proposito gestendo i pulsanti dell'apri cancello in modo tale da rendere ancor più misterioso e credibile il tutto...ma se vi recate personalmente a constatare il fatto, vi accorgerete che questo riflesso avviene continuamente tutte le sere associato all'arrivo delle macchine che hanno i fari accesi. Insomma hanno sfruttato una cosa banale e l'hanno resa idiota. FATECI CASO...OGNI QUALVOLTA C'E' UNA MACCHINA IN MOVIMENTO SI VERIFICA IL "FENOMENO".......MA NON E' CERTO UN ...FENOMENO....è semplicemente un RIFLESSOsabato 9 luglio 2011
Spettro Solare e righe di assorbimento
Si chiama spettro la gamma di onde di frequenza definita in cui possono essere scomposti (con opportuni strumenti di analisi o di misura) suoni, radiazioni elettromagnetiche e fasci di particelle che contengono componenti di diversa frequenza.
Nel
caso della luce visibile, un prisma di vetro può separare la luce solare
(bianca) in uno spettro di onde elettromagnetiche monocromatiche la cui
frequenza corrisponde a colori visibili dall’occhio umano che vanno (per
frequenze crescenti) dal rosso al violet
to
Lo spettro del Sole è costituito da due parti, un fondo continuo con i colori dell' iride e le righe scure di assorbimento di Fraunhofer. lo spettro continuo è attribuito a quella parte della superficie solare opaca e calda, più o meno profonda, detta "fotosfera", mentre le righe di Fraunhofer hanno origine negli strati più alti e più freddi dell' atmosfera solare, conosciuta come "cromosfera". Kirchoff dimostrò infatti che le righe scure (righe di assorbimento) prodotte da un gas, interposto tra uno spettro continuo e l’osservatore, occupavano la stessa posizione delle righe brillanti (righe di emissione) provocate dal medesimo gas portato all’incandescenza. Nel caso specifico, l'osservazione dello spettro continuo della superficie solare, osservata attraverso il gas della parte più alta dell'atmosfera solare produce il classico spettro di assorbimento con le righe scure. Si è scoperto che l'assorbimento per un buon 90% non era dovuto all'atmosfera terrestre (come si sarebbe potuto supporre), ma al Sole stesso.
Infatti osservando lo spettro del Sole al tramonto rispetto all’osservazione allo zenith, si noterà un aumento della componente rossa e quindi un aumento delle bande di assorbimento dell’ossigeno atmosferico nel rosso molto intense perché la luce del Sole attraversa più strati d’aria..
to
Lo spettro del Sole è costituito da due parti, un fondo continuo con i colori dell' iride e le righe scure di assorbimento di Fraunhofer. lo spettro continuo è attribuito a quella parte della superficie solare opaca e calda, più o meno profonda, detta "fotosfera", mentre le righe di Fraunhofer hanno origine negli strati più alti e più freddi dell' atmosfera solare, conosciuta come "cromosfera". Kirchoff dimostrò infatti che le righe scure (righe di assorbimento) prodotte da un gas, interposto tra uno spettro continuo e l’osservatore, occupavano la stessa posizione delle righe brillanti (righe di emissione) provocate dal medesimo gas portato all’incandescenza. Nel caso specifico, l'osservazione dello spettro continuo della superficie solare, osservata attraverso il gas della parte più alta dell'atmosfera solare produce il classico spettro di assorbimento con le righe scure. Si è scoperto che l'assorbimento per un buon 90% non era dovuto all'atmosfera terrestre (come si sarebbe potuto supporre), ma al Sole stesso.
Infatti osservando lo spettro del Sole al tramonto rispetto all’osservazione allo zenith, si noterà un aumento della componente rossa e quindi un aumento delle bande di assorbimento dell’ossigeno atmosferico nel rosso molto intense perché la luce del Sole attraversa più strati d’aria..
Questo filmato l'ho realizzato usando uno spettroscopio auto costruito. Esso in evidenza le varie righe spettrali di assorbimento dei vari elementi presenti sulla fotosfera del sole. http://www.youtube.com/watch?v=lUFxfb4lZ8U
La cromosfera ha uno spessore
di circa 10.000 km e la sua parte più interna, ossia quella più vicina alla
fotosfera è detta "strato invertente", in quanto l' osservazione dello spettro di questa porzione della
nostra stella, in occasione di eclissi, presenta, per un brevissimo istante, le
righe di Fraunhofer in emissione anziché in assorbimento; quello che si
registra è lo spettro del gas dell' atmosfera solare, privo dello sfondo della
fotosfera ed è chiamato "spettro lampo". Lo strato invertente è spesso circa 500 km, e non è delimitato
da confini netti, dobbiamo pensare alla superficie solare come una sfera di gas
con un gradiente di densità crescente verso l' interno. Al di là delle rare
occasioni delle eclissi, se, tuttavia puntiamo la fenditura di uno
spettroscopio in modo che sia tangente al lembo del disco solare allora si può
osservare la riga dell'idrogeno Alfa ed alcune altre in emissione , anziché in
assorbimento
Le osservazioni spettroscopiche confermarono
immediatamente che gran parte dei componenti chimici presenti sul Sole
coincidevano con gli elementi noti sulla Terra. Le intense righe dell’idrogeno (H)
confermarono un’indicazione emersa già dalla determinazione della densità media
del Sole (1,41 gr/cm3): una densità così bassa non poteva essere
compatibile che con una composizione, in cui gran parte del Sole era formato
dall’elemento più leggero che esiste, appunto l’H.
Nello spettro solare furono
osservate per la prima volta le righe di un elemento sconosciuto, a cui fu dato
il nome di Elio (He), scoperto poi alla fine dell’800 anche sulla
Terra. La stessa cosa avvenne quando, durante le eclissi solari, furono presi i
primi spettri della corona: comparvero una serie di righe assolutamente
sconosciute, nuovamente interpretate come dovute ad un elemento sconosciuto a
cui fu dato il nome di Coronio. In questo caso però l’interpretazione si
dimostrò completamente sbagliata, in quanto le righe osservate erano dovute ad
elementi noti, come il Ferro, altamente ionizzati dall’elevata temperatura
riscontrata in corona (1-2 106 °K).
La composizione generale
del Sole presenta alcune peculiarità, l’abbondanza degli elementi diminuisce
rapidamente con l’aumentare della complessità della struttura dell’atomo, tutti
gli elementi al di sopra dell’He nel loro insieme non superano il 2% in peso
del Sole e 1% in numero di atomi.
Se poi si analizza in
maggiore dettaglio la composizione chimica complessiva, si trovano altre
osservazioni interessanti, fra cui la notevole mancanza di alcuni
degli elementi più semplici (Litio, Berillo e Boro),
interessante indicazione sulle prime fasi dell’evoluzione solare, in quanto
tale mancanza non si ritrova nelle abbondanze cosmiche e quindi deve essere
legata all’evoluzione della stella Sole. Mentre più attinenti alla fisica sono
la particolare abbondanza degli atomi del gruppo del Ferro, dovuta alla
stabilità particolare di questi atomi, e la sistematica deficienza degli
elementi con numero atomico dispari.
martedì 3 maggio 2011
Fusione Fredda ? - Il mio secondo esperimento con Cella Elettrolitica
Ho voluto ricreare con il mio secondo esperimento il Plasma Elettrolitico usando una cella per elettrolisi. Quello che molti ricercatori stanno cercando da tempo è la prova che durante la produzione di Plasma Elettrolitico avvengono delle reazioni nucleari a bassa energia e che produce più energia di quanto serve al sistema. Inoltre ci sono dati sufficientemente provati che in questo tipo di reazione avvengano fenomeni di trasmutazione da un elemento ad un altro prossimo nella tabella periodica degli elementi. Ho usato per questo esperimento elettrodi di tungsteno. ( per vedere il filmato cliccare sul link in celeste )
martedì 9 novembre 2010
Ufo nell'arte....BUFALE - clicca qui per trovare una esauriente spiegazione di tutti i dipinti in discussione
"Intanto l'uomo
comune aveva perduto la capacità di riconoscere i soggetti dell'arte
antica e di comprenderne i significati. Erano sempre meno le persone
che leggevano i classici greci e relativamente poche quelle che conoscevano
la Bibbia come l'avevano conosciuta i loro nonni. Le persone di una certa
età oggi restano sgomente nel vedere quanti riferimenti biblici
siano ormai incomprensibili alle ultime generazioni."
Kenneth Clark
(dall' introduzione a "Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'Arte" di James Hall)
(dall' introduzione a "Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'Arte" di James Hall)
lunedì 25 ottobre 2010
ORBS – Le fantasie e le bufale dei soliti noti
Abbiamo un problema reale. Ultimamente,
qualsiasi cosa che provochi striature attraverso un obiettivo fotografico digitale o cinepresa, viene visto come un
disco volante o UFO. Ma non solo, come detto prima, basta una qualsiasi
macchiolina più o meno tondeggiante su un fotogramma , su una foto, o su un
filmato fatto con apparecchi digitali a far uscire fuori teorie incredibile su
fantasmi, spiriti di trapassati, porte su altri mondi, presenze aliene e tanto
altro.
Ma cosa succede affinchè si verificano
queste anomalie?....Niente di nuovo sotto il sole, tutta questa “fenomenologia”
si è sempre verificata anche quando le macchine fotografiche o le cineprese non
erano in digitale. La spiegazione più razionale e scientificamente provata
riguarda alcuni aspetti fondamentali della fotografia e dei limiti di
essa. Qualsiasi obiettivo è formato da una serie di lenti atti a correggere e
rendere più reale possibile l’immagine esterna sul fotogramma. Nel momento in
cui avviene la ripresa o lo scatto fotografico con obiettivo messo su fuoco all’infinito,
qualsiasi insetto attraversi la zona dell’obiettivo a distanza ravvicinata viene sfuocata e distorta
ed è vista come una anomalia dai contorni…”misteriosi”, quindi suscettibile di
allusioni e teorie fuori ogni contesto razionale da parte di avvoltoi della
falsa scienza.
Ultimamente si parla di ORBS, che grosso
modo tradotto si possono chiamare “sfere di luce”. Queste appaiono in alcune foto specialmente fatte in
ambienti scuri e con il flasch come delle piccole sferette bianche più o meno trasparenti
e sfuocate di diverse dimensioni e quantità. Anche qui troviamo sempre i soliti
“artisti” del paranormale che eruttano ogni tipo di ipostesi sapendo che
trovano terreno fertile ormai nelle menti sempre più allucinate e ipnotizzate
di persone che stanno con il naso all’insù ad aspettare la salvezza da un’altra
dimensione, e i sedicenti indagatori del
mistero che parlano di sfere di plasma energetico, entità extradimensionali,
ectoplasmi, sonde aliene, sonde di esplorazione temporale inviate dal futuro,
ectoplasmi, globi di energia, auree, ecc qualsiasi essa sia purchè diversa da questa realtà,
sempre alla ricerca di un guru o santone che soddisfi e sazi il loro cammino
verso il nulla.
Il fenomeno degli ORBS, tolto l’alone mistico, è
attribuibile a cause molto più banali. Essi non sono altro che oggetti fuori
fuoco, e la loro forma circolare è dovuta oltre che ai riflessi del sistema di
lenti delle fotocamere, anche al fatto che ciò che si sta riprendendo fuori
fuoco comunque ha un aspetto tondeggiante.
Quasi tutte le foto in cui appaiono gli
ORBS hanno caratteristiche comuni:
1. essere scattate in un ambiente buio
2. essere scattate con l'uso del flash
3. essere scattate in ambienti con
polvere o particelle liquide in sospensione
Quando la luce intensa emessa dal flash
colpisce le particelle nell'aria (pulviscolo, pollini, pioggia), che hanno
forma assimilabile ad una sfera e queste particelle sono più o meno vicine all’obiettivo
e quindi fuori fuoco, esse appaiono luminose e ingrandite con i bordi
frastagliati e più o meno colorati a seconda se sono granelli di polvere o
goccioline di umidità..
Poiché si tratta nella maggior parte dei
casi di scatti piuttosto scuri, l'intenso riflesso generato dalle particelle
colpite dal flash risalta sulle aree buie delle fotografie, dando l'impressione
di un oggetto luminoso fluttuante nel nulla. I bagliori appaiono più chiari al
centro e più colorati all'esterno, per via dello scattering.
Questi "orb" hanno spesso bordi
frastagliati, dovuti alle minuscole asperità sulla superficie delle particelle,
e se filmati (sempre con l'ausilio di una sorgente luminosa) appaiono in
movimento per i naturali spostamenti d'aria dell'ambiente o per i movimento
generati dai flussi caldi emessi dalla sorgente luminosa.
I sensori CCD o CMOS sono gli elementi
nelle macchine fotografiche digitali che sono equivalenti a pellicola nelle
macchine fotografiche tradizionali. E 'noto che i sensori CCD o CMOS delle
fotocamere digitali sono più sensibili ai raggi infrarossi che gli occhi umani.
In realtà, gli occhi umani non possono vedere le luci a infrarossi, ma le macchine
fotografiche digitali possono, provate ad accendere un telecomando di un
qualsiasi televisore e orientatelo verso una macchina digitale o una telecamera,
l'emettitore di un telecomando viene fotografato o filmato mentre si preme un
pulsante su di esso. Questa immagine dimostra la dichiarazione di cui sopra.
Essa dimostra inoltre che le fotocamere digitali e le telecamere registrano
questa luce ad infrarosso come una luce bianca.
Quindi è un ipotesi realistica che le
macchine fotografiche digitali possono fotografare frange di particelle sospese
nell'aria che esistono in natura e che non possono essere visti dall'occhio
umano.
Da quello che ho appreso va bene anche la
macchina normale, basta usare una pellicola sensibile 400 oppure 1000 ASA, e
scattare preferibilmente sempre in presenza di superfici riflettenti o in
ambienti non molto illuminati e comunque meglio se con un fondale scuro.
Un facile esperimento per produrre ORBS
fai da te l’ho fatto di persona ed è ripetibile anche dai bambini. Basta
prendere una macchina fotografica digitale, un tappeto polveroso oppure un
nebulizzatore di acqua o uno spry che sia un deodorante o altro, e scattare una
foto in ambiente buio con flasch
naturalmente prima dello scatto bisogna sbattere il tappeto oppure
nebulizzare vicino la macchina fotografica e scattare….il gioco è fatto, nella
foto appariranno tantissimi ORBS.
Le ultime incredibili illazioni poi che parlano di ORBS riguardano le fantasiose ipotesi che i cani sentano la presenza di queste "entità", li avvertono cambiando loro umore, essendo più nervosi e irrequieti, infatti come si può notare da questa foto scattata al mio cane, possiamo notare ben altro atteggiamento.
Se poi ingrandite uno di queste sferette
e vi mettete a giocare con la luminosità
e il contrasto, magari salvando l’immagine come jpeg diverse volte
(degradandone così la qualità e amplificando gli artefatti dovuti all’algoritmo
di compressione) riuscirete a vedere dentro questi globi qualunque cosa. La
suggestione fa miracoli e la pareidolia fa il resto!
Ecco, questo nuovo fenomeno e problema,
la Pareidolia, (dal greco είδωλον, immagine, col prefisso παρά, simile) è
l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili
(naturali o artificiali) dalla forma casuale. È la tendenza istintiva e
automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si
manifesta in special modo verso le figure e i volti umani. Classici esempi sono
la visione di animali o volti umani nelle nuvole, la visione di un volto umano
nella luna oppure l'associazione di immagini alle costellazioni. Sempre alla
pareidolia si può ricondurre la facilità con la quale riconosciamo volti che
esprimono emozioni in segni estremamente stilizzati quali le emoticon.
La pareidolia consente spesso di dare una
spiegazione razionale a fenomeni apparentemente paranormali, quali le
apparizioni di immagini su muri o la comparsa di "fantasmi" in
fotografie.
Un fenomeno analogo alla pareidolia (una
sorta dipareidolia acustica) si verifica anche per le percezioni uditive,
quando si crede di sentire suoni, parole o frasi significative in rumori
casuali
Da qui nasce e si alimenta la fantasia
dei creduloni che vedono all’interno di questi piccoli globi immagini umane,
volti e quant’altro aumentando ancor di più la confusione e la malafede di chi
ci specula sopra scrivendo tonnellate di corbellerie su libri di ogni sorta e
facendo trasmissioni televisive di grande portata pubblicitaria traendone
grossi benefici economici e vendite di migliaia di libri che parlano del …nulla.
martedì 5 ottobre 2010
Le Ossa dei Giganti - Nephilim - la Bufala
Sentiamo spesso delle notizie sensazionali
di rinvenimenti di ossa umane di dimensioni gigantesche accompagnate da
relative foto come prova, notizie che poi si rivelano dei falsi ma che
provocano nei più incauti credibilità e falsi miti. Ad esempio per ultima la
notizia che, si dice, sia stata riportata nientemeno che dal Team National
Geographic che afferma il ritrovamento in India di scheletri umani di
dimensioni gigantesche. Questa è una burla che ormai gira su internet già dal
2004 in cui purtroppo vi sono caduti diversi giornalisti i quali hanno
riportato più volte la "sensazionale" notizia.
Lo scorso 6 Giugno la Gazzetta del sud
riportava una notizia simile in relazione con quanto detto sopra di
rinvenimenti in Calabria di resti umani di dimensioni gigantesche ma il
giornalista è stato incauto nel dare credibilità ad una notizia non
approfondita più di tanto infatti il National Geographic ha smentito il proprio
coinvolgimento peraltro spesso riportato in maniera storpiata e fuori contesto.
La falsa scoperta scientifica ha avuto origine da un facile trucco fotografico
creato nel 2002 da un artista della fotografia digitale che ritrae archeologi
intenti a scavare uno scheletro umano gigantesco. La foto ha fatto il giro del
web e molti siti ne hanno amplificato l'avvenimento tanto che trasmissioni
televisive di dubbio contenuto scientifico ne hanno fatto un loro personale
business in trasmissioni che nulla ha di conferme scientifiche autoritarie.
Prendiamo ora in esame la parola Nephilim che è di origine ebraica ed è citato nell'antico testamento (Genesi 6:1-4)
Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2 i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3 Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni». 4 C'erano sulla terra i Giganti (Nephilim) a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi. |
Nella
Bibbia la parola Nephilim viene tradotta come giganti o titani, questo termine
nella lingua ebraica ha una radice
" Nefal " che significa cadere, tra l'altro la desinenza finale
"im" indica un plurale, quindi grosso modo possiamo tradurlo come
" caduti ", ma è difficile dire quale sia la traduzione più corretta
o il contesto in cui questo termine indicasse un qualcosa a noi da identificare.
In ogni caso questo termine ha fatto nascere molte speculazoni da parte di
improvvisati scrittori e pseudo scienziati di dubbia origine come Zecharia
Stichin che altro non è che un semplice scrittore pur definedosi ricercatore e
traduttore di antiche lingue morte di cui non ha titoli accademici e che invece
non ha fatto altro che riempire le biblioteche e i siti internet con i suoi
libri e le sue teorie sugli Annunaki.
Detto
questo, consideramdomi un credente cito alcune fonti cristiane che parlano di
questi Nephilim: Giulio Africano e
Agostino d'Ippona hanno condannato l'idea che i "figli di Dio" erano
angeli. Nella Città di Dio, i figli di Dio sono discendenti di Set. Altri
suggeriscono che i "figli di Dio" (benei elohim, בני האלהים) in
realtà fossero personaggi storici del passato, completamente umani, divinizzati
dalla tradizione orale. I "figli di Dio" sono quindi individuati come
i discendenti di Set, mentre i "figli degli uomini" come i
discendenti di Caino.. A conforto di questa ipotesi si richiama il fatto che lo
scopo del diluvio universale inviato da Dio era quello di spazzare via dalla
Terra quei nefilim che si erano resi così orgogliosi e depravati ai tempi di
Noè.. L'idea che esseri divini possano accoppiarsi con umani risulta
controversa, specialmente tra molti cristiani che, citando un'interpretazione
degli insegnamenti di Gesù nel Vangelo
di Matteo, affermano che "gli
angeli non si sposano" (Matteo 22:30,
Marco 12:25) sebbene questo sia un concetto estrapolato dal contesto del
verso, perché in Luca (Luca 20:34-36) Gesù afferma che i resuscitati non si
sposano nel cielo, ma sono "come gli angeli".
Fatta
questa breve parentesi per coloro che sono credenti ritorniamo all'aspetto
scientifico. C'è da sottolineare che: alcuni teorici del mistero hanno
ipotizzato che i Nephilim fossero neandertalliani sopravvissuti (oppure i loro
resti ossei), o forse un ibrido tra Homo Sapiens e uomo di Neanderthal. Questa
teoria assomiglia a quella che associa la leggenda dei draghi alle ossa di
dinosauro che nella Bibbia sono indicati
con il nome ebraico Tannin (תנין) che
significa letteralmente coccodrillo o alligatore.
Nel
passato spesso venivano trovati resti ossei o addirittura fossili di animali estinti di grosse dimensioni ed è
proprio qui che nascono i miti riferibili ai giganti o ai draghi.
L'archeologa
Adrienne Mayor nel suo libro " The first fossil hunters "edito nel 2000 ha evidenziato
che nel bacino del Mediterraneo vi sono molti luoghi, sede nell'anticchità
riferibili ai giganti in cui sono stati ritrovati fossili di grandi mammiferi.
L'archeologa riporta anche le fonti letterarie antiche sui miti di esseri
giganti e propone ipotesi molto credibili. La Mayor ha notato che su un vaso
del 560-540 a.C. Ercole ed Esione affrontano un mostro apparso sulla costa di Troia.
Il mostro ha le sembianze di un cranio di grande mammifero che esce da una
roccia e secondo Mayor potrebbe trattarsi di un fossile di Samotherium, una
giraffa vissuta nell'area greco-iraniana circa 7 milioni di anni fa e
rinvenibile in molti siti in Anatolia e Grecia.
In
Sicilia il mito di Polifemo sembra essere legato al ritrovamento nelle grotte
dell'isola di grandi scheletri di elefante, essi somigliano abbastanza a quelli
umani e presentavano un grande buco nella fronte e quel foro è riferibile al
canale per la proboscide e non al fantomatico unico occhio di un incerto
Polifemo.
Non
dimentichiamoci che solo nel 1600 i fossili sono stati riconosciuti come resti
di organismi vissuti nel passato.
Che in ogni epoca ci siano stati esseri umani che presentavano carattesristiche di
gigantismo è fuori dubbio così come ci sono casi di umani di dimensioni
estremamente piccole. Ma queste sono eccezzioni la cui causa dipende dall'ipofisi e da un cattivo funzionamento di un particolare ormone.
mercoledì 15 settembre 2010
LE STRANE LUCI DI MIN MIN - Fenomeni Luminosi Naturali
LE STRANE LUCI DI MIN MIN – Fenomeni
naturali luminosi
Min Min Light è il nome dato ad
una formazione insolita luce che è stato riportato più volte nella parte orientale
dell'Australia. Le luci sono state
segnalate da sud fino a Brewarrina nella parte occidentale di New South Wales,
a nord fino Boulia nel nord del Queensland. Le storie circa queste luci si
trovano nei racconti degli aborigeni
come mito prima della datazione
degli insediamenti occidentali della
regione e da allora sono diventati parte di un più ampio folklore australiano.
Gli indigeni australiani sostengono che
il numero di avvistamenti è cresciuto accanto all’aumento della popolazione dei cittadini europei nella regione anche se resta il dibattito sulla loro
origine. Varie spiegazioni sono state avanzate, che vanno da illusioni ottiche
e piezoelettrici ad animali luminescenti. Esse sono comunemente descritti come luci a
forma di disco che sembrano librarsi sopra il cielo all'orizzonte. Sono spesso
descritti di colore bianco, anche se alcune fonti li descrivono come variabili
dal bianco al rosso al verde e viceversa. Alcuni li descrivono come abbastanza luminosi
per illuminare la terra sotto di loro e di illuminare gli oggetti vicini a
gettare ombre definite in modo chiaro. Varie ipotesi sono state avanzate per
spiegare le luci. Le spiegazioni includono:
1) bioluminescenza
È stato ipotizzato che la luce
può essere il risultato di insetti brulicanti, che hanno assunto
bioluminescenzai caratteristiche dopo
essere stai contaminati da agenti
naturali come funghi locali, oppure
alcune specie di gufo con la propria
naturale fonte di bioluminescenza.
2) luci
Geofisiche
Una seconda ipotesi è che le luci
sono il risultato di noti fenomeni geofisici, detti piezoelettrici. Anche se in molti casi le luci sono segnalati
da zone prive di favorevoli condizioni geologiche.
3) rifrazione
Una terza ipotesi è che le luci
sono il risultato di un'illusione ottica conosciuta come Fata Morgana,
provocando le luci a distanza o gli oggetti a sembrare vicino, e in una forma
meno riconoscibile.
Questo sembra essere quello più
accreditato.
La Fata Morgana si verifica
quando la luce, da una fonte naturale o artificiale, viene rifratta ad un
osservatore in decine o addirittura centinaia, di chilometri di distanza, da un
miraggio invertito detto appunto Fata Morgana".
"Prende
il nome di fata Morgana, perché essa aveva fama di essere in grado di evocare la
visione di una città sulla superficie
del ghiaccio marino, la Fata Morgana è un fenomeno fisico reale, causato da una
inversione di temperatura. "Un freddo denso strato d'aria vicino al suolo (o
mare, o il ghiaccio marino) porta la luce lontano oltre l'orizzonte di un
osservatore distante per produrre un vivido miraggio che confonde e incanta per
la sua familiarità o per le proprietà ottiche. Ad esempio, le scogliere irlandesi sono state
osservate come fossero reali e vicine così verdi e marroni al di sopra della superficie calma del mare nell’Atlantico, da parte di
osservatori su una nave da più di mille
chilometri di distanza.
EFFETTO CERENKOV - Fenomeni Luminosi di origine naturale
I fenomeni visibili sono
uno sguardo lanciato su ciò che non è visibile. (Anassagora)
Un elettrone che si muove
ad altissima velocità sviluppa una luce blu
Questo effetto si chiama “radiazione Cerenkov”.
Niente è più veloce della luce nell’universo,
nel vuoto dello spazio. Ma la luce può
rallentare la sua velocità se incontra, ad esempio, acqua o vetro.
Un esempio può essere costituito da fenomeni
noti come “effetto miraggio” .
Metti una matita in un bicchiere d’acqua. La
matita sembra spezzata tra l’aria e l’acqua a causa dell'"effetto
rifrazione", poichè nell’acqua la velocità della luce è di tre quarti
inferiore. Se io dò a un elettrone una velocità maggiore nell’acqua,
l’elettrone diventa più veloce della luce. L'effetto Čerenkov è un effetto per
cui una particella viaggia a velocità superiori a quella della luce, ma solo in
quel mezzo che sta attraversando.
La relatività ci assicura che la velocità
della luce nel vuoto (c = 300000 km/s) è un limite invalicabile.
All'interno dei materiali, però la velocità
della luce cala (se n è l'indice di rifrazione del materiale, la velocità è
c/n) .Può accadere che la velocità della luce nel mezzo venga quindi superata
(restando sempre a velocità minori di c). Se la particella è carica, emetterà
raggi gamma, e si creerà un cono d'onda per la radiazione elettromagnetica allo
stesso modo in cui si crea per gli aerei quando vanno a velocità supersoniche,
anche se quei cerchi sono onde sonore e non elettromagnetiche)
Questo effetto è responsabile della luce
azzurra che vediamo nei reattori nucleari, ed è sfruttato da certi tipi di
telescopi e per rilevare i neutrini (particelle che reagiscono pochissimo).
Quindi ricapitolando: Particelle cariche, che
attraversano un mezzo denso con velocità superiore a quella con cui si propaga
la luce nello stesso mezzo, emettono radiazione elettromagnetica nel visibile
di colore azzurro che si propaga con un
fronte d’onda conico nello stesso modo in cui un aereo supersonico rompendo il
muro del suono produce un cono di vapore condensato di forma conica, con il
classico bang di fondo.
In poche parole stiamo parlando di particelle
che viaggiano a velocità superiore a quella della luce ma attenzione, la
velocità della luce nel vuoto è un limite per ora insuperabile; quindi qui si
parla di particelle che attraversando uno strato di liquido o di altra sostanza
densa superano la velocità della luce in quel MEZZO .
Quando i raggi cosmici colpiscono l'atmosfera
si può avere la produzione di coppie di elettroni e positroni ad alta velocità.
La radiazione Čerenkov generata da queste particelle è usata per determinare la
direzione e l'intensità della sorgente dei raggi cosmici causa dell'evento
attraverso i cosiddetti telescopi Čerenkov. Questa tecnica è impiegata in
esperimenti quali Imaging Atmospheric Cherenkov Technique (IACT), dagli
esperimenti H.E.S.S. e MAGIC. Lo stesso principio è sfruttato nei rivelatori di
neutrini come il Super-Kamiokande.
I fotoni gamma di altissima energia quando
interagiscono con l’atmosfera terrestre producono sciami di particelle, che
emettono un tenue lampo di luce per il cosiddetto “effetto Cherenkov”
(l’analogo ottico del “bang” sonoro degli aerei supersonici).
L’atmosfera è anche essa un mezzo più o meno
denso ove questo fenomeno può generarsi spontaneamente o è provocato
appositamente; è quindi possibile assistere in determinate condizioni il
realizzarsi di questo fenomeno con emissione di luce azzurra o luce di
Cherenkov, che spesso viene scambiato per avvistamenti UFO.
Qualcosa nell’ universo sta creando
particelle di energie incredibile. Da dove vengono queste particelle?, Di
alcune esplosioni di supernovae? Da un buco nero? Da collisioni tra le
galassie? Della disintegrazione di oggetti supermassicci o prodotti all’origine
dell'universo? Com’è lo spettro di energia di queste particelle? Che tipo di
particelle sono? Protoni, fotoni, neutrini, o particelle esotiche?
L'Osservatorio Pierre Auger cerca risposte a
tutte queste domande, ha iniziato delle ricerche per trovare la fonte dei raggi
cosmici di più alta energia fin d'ora osservate per andare un altro passo in
avanti nella comprensione nostro universo. Per risolvere l'enigma dei raggi
cosmici ultra-energetici, l'Osservatorio Pierre Auger misura la cascata di
particelle che vengono prodotte ogni volta che un raggio cosmico colpisce le
molecole in atmosfera. Questo determinerà l'energia, la direzione di arrivo e
la natura dei raggi cosmici di massima energie osservate. Questo osservatorio è
situato nell’ emisfero sud, nella zona di Malargue, in Provincia di Mendoza, in
Argentina. L'Osservatorio è composto da una rete di 1600 rilevatori di super
scie (rivelatore Cherenkov), poste a 1.5 km di distanza tra esse, che coprono
una superficie totale di 3.000 km2. La rete di rivelatori di superficie
completato da una serie di telescopi altamente sensibili, che in notte senza luna
osservano la luce di fluorescenza
prodotta dalla cascata di raggi cosmici che attraversano l'aria. Circa 400
scienziati provenienti da oltre 70 istituzioni di 17 paesi partecipano a questa
impresa.
L’energia spesa dalla particella nel
polarizzare gli atomi del mezzo viene restituita dal mezzo stesso nel processo
di diseccitazione sotto forma di radiazione coerente, con
emissione di radiazione o Effetto Cherenkov . La radiazione
Cherenkov viene quindi emessa poiché la particella carica polarizza
gli atomi lungo la sua traiettoria così che essi diventano dipoli elettrici. La
variazione nel tempo della carica di dipolo porta all’emissione di radiazione
EM.
• Le particelle cariche generate in uno
"Sciame Esteso nell'Atmosfera" generano fotoni Cerenkov. Ecco nello
specifico il procedimento:
• Il numero dei fotoni visibili è
proporzionale alla energia iniziale
• La luce di fondo del cielo notturno
definisce l’energia di soglia di rivelazione. Le osservazioni
vanno eseguite durante le notti serene e
senza luna.
«Ci sono più cose in
cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.»
(William Shakespeare)
martedì 24 agosto 2010
LE STRANE LUCI DI HESSDALEN
Riporto interamente una intervista fatta da Emiliano Farinella a Massimo Teodorani, Astrofisico tratto da Scienza e Paranormale N.58
Massimo Teodorani, astrofisico, lavora presso la stazione radioastronomica del CNR di Medicina dove svolge ricerche sulla riga spettrale dell'acqua in candidati pianeti extrasolari. Fin dal 1994, in parallelo alla ricerca astrofisica, studia da un punto di vista fisico i fenomeni luminosi di Hessdalen ed è stato direttore scientifico di 3 missioni esplorative. È membro del SETI Italia, ed è il rappresentante italiano per la variante "SETV".
Può iniziare descrivendoci il fenomeno delle luci di Hessdalen?
Si tratta di fenomeni di luce dalla forma generalmente sferica e di colori svariati, prevalentemente bianco e rosso, caratterizzate da pulsazioni irregolari a volte di lunga durata. Hanno la caratteristica di apparire sia in cielo (con distribuzione omogenea), che in prossimità del terreno e con una traiettoria a scatti: appaiono in un punto, si spengono di colpo come con un interruttore, e poi riappaiono in un altro punto. L'apparizione dei fenomeni luminosi è spesso associata a perturbazioni del campo magnetico.
Dove si verificano tali fenomeni?
Si osservano in maniera ricorrente sia a Hessdalen (Norvegia, a sud-est di Trondheim, NdR) che in circa 40 località del mondo, almeno in base al mio archivio. In molte di queste aree fenomeni di luce ricorrenti hanno luogo da centinaia d'anni, in certi casi, come nella zona di Boulia in Australia (luci di Min-min) o nella riserva di Yakima negli USA, essi vengono perfino rappresentati nei petroglifi. A Hessdalen ufficialmente esiste documentazione fin dal 1981, ma c'è chi afferma che le testimonianze risalgono alla fine del diciannovesimo secolo.
Quando ha luogo il fenomeno, da quanto tempo?
Hessdalen è una località (oggi) di soli 150 abitanti, è chiaro che un secolo fa o più la valle fosse quasi disabitata e che quindi le testimonianze fossero poche per via dell'effetto di selezione dovuto al basso numero di abitanti, ma anche per la molto minore velocità dei mezzi informativi di quei tempi. Hessdalen resta al momento la località più importante, non tanto per il tipo o la frequenza di fenomeni, quanto perché è l'unica o quasi ad essere stata oggetto di vere e proprie investigazioni scientifiche supportate da strumentazione di vario tipo.
Che caratteristiche emergono dalle ricerche sin qui condotte?
Dal punto di vista radio la valle di Hessdalen è permeata di ogni genere di segnali nelle onde radio molto basse (VLF in particolare), la stragrande maggioranza dei quali sono interferenze di tipo "man-made". Una piccola parte di questi segnali contiene invece caratteristiche decisamente anomale, in particolare i segnali doppler nel range 1-3 KHz. Per quanto invece riguarda le palle di luce in quanto tali possiamo al momento affermare che: 1) il fenomeno luminoso apparentemente genera luce come un radiatore non-planckiano, gli aumenti di luce sembrano essere dovuti all'improvviso aumento della superficie radiante mentre la temperatura di colore resta pressoché costante; 2) l'aumento della superficie radiante non è dovuto ad espansione dei globi di luce, ma all'apparizione improvvisa di grappoli di piccole sfere concentrate attorno ad una specie di nucleo centrale; 3) il fenomeno luminoso, analizzando la distribuzione a 3-D della luminosità e verificandone il profilo molto netto, non ha le caratteristiche di un "plasma standard" ma di una materia che apparentemente simula un solido uniformemente illuminato; 4) il fenomeno di luce può raggiungere una potenza fino ai 20 KW; 5) la valle di Hessdalen è completamente elettrificata in quanto mostra ovunque tanti piccoli "flash" di brevissima durata che spesso riusciamo a registrare con foto a lunga posa.
Che ipotesi è lecito avanzare sulla natura del fenomeno?
Disponiamo ora di indizi che ci fanno ritenere che un buon 80% dei dati da noi acquisiti sia spiegabile con il modello del fisico britannico David Turner, secondo il quale lo scambio di energia termica, elettrica e chimica tra un plasma e un'atmosfera ricca di vapor d'acqua e aerosol, è in grado di generare palle di luce dai profili nettissimi come quelli da noi osservati. Esse, essendo costituite da un vero plasma all'interno e da uno strato esterno con funzione refrigerante, producono energia con un meccanismo simile a una pompa termo-chimica: ciò permette l'esistenza di una struttura autoregolata e dai tempi di vita relativamente lunghi. Il plasma da cui tutto si origina è con ogni probabilità prodotto dalle flessioni tettoniche che a loro volta generano piezoelettricità ed effetti elettromagnetici simultanei nelle onde VLF e UHF: in tali condizioni secondo il modello del fisico cinese Juo Suo-Zou può formarsi un vortice di plasma. Questo interagendo con l'atmosfera genera ciò che poi vediamo.
Resta tuttavia un 20% della fenomenologia osservata che non può al momento essere spiegata con il modello Zou-Turner di cui sopra.
Quali ipotesi è invece possibile escludere?
In primo luogo si esclude al momento l'ipotesi che l'attività solare sia la causa di innesco del fenomeno. Analisi statistiche recenti su un campione molto popolato di dati presi nel medio termine lo dimostrano. Il modello di Fryberger del "vorton" (un cluster di monopoli magnetici), contiene 10 osservabili, al momento ne abbiamo trovati solo due, quindi siamo ben lontani dai criteri di completezza che avvallerebbero la teoria. Il modello di Abrahamson delle nano-particelle riscaldate estratte dal suolo da una forte scarica elettrica esterna sebbene possa spiegare in sé il profilo luminoso osservato, non trova riscontro nella molto più debole elettricità prodotta dalle flessioni tettoniche. L'attività ionosferica è assolutamente inadatta a spiegare sia la forma netta che i lunghi tempi di vita delle palle di luce osservate.
È possibile replicare in laboratorio fenomeni analoghi?
Al momento conosciamo abbastanza bene il quadro fenomenologico, abbiamo importanti suggerimenti dal punto di vista fisico-interpretativo, ma non disponiamo ancora di un modello teorico di tipo matematico che sia consistente con i dati osservati, e che conseguentemente ci consenta di progettare un esperimento mirato di laboratorio.
Emiliano Farinella
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